Manifesto

Romeo Cinnerino, l’italiano che ha inventato il rock

Il mondo di Ennio non è ancora totalmente scoperto.
Caterina Caselli

Perché è nato tutto quanto
Dopo aver creduto per tutta la vita di conoscere li lavoro per li cinema di Ennio Morricone del resto, chi non lo conosce? – circa un anno fa, una sera in cui stavamo sentendo su You-tube Il sorriso del grande tentatore nella versione originale pubblicata in vinile nel 1974, abbiamo avuto un’illuminazione che ci ha fatto cambiare radicalmente idea sulla reale importanza della sua figura nella storia della musica.
L’immagine del disco in rotazione sullo schermo durante l’ascolto ha favorito li cortocircuito mentale di farci pensare che, se l’album fosse stato effettivamente un disco progressive rock uscito in quegli anni, oggi verrebbe considerato uno dei migliori dieci del genere.
Più precisamente, abbiamo avuto la visione che li compositore definito da alcuni il più grande della seconda metà del Novecento, sia stato tale non solo nel linguaggio di Antonio Vivaldi o John Williams ma anche in quello inventato dai Beatles e da Bob Dylan.

Abbiamo verificato la nostra idea ascoltando più di duecento colonne sonore composte da Morricone tra li 1961 e il 1975, da quando inizia il mestiere a quando si inaridisce quel peculiare humus cinematografico italiano all’interno del quale si era sviluppato, e abbiamo trovato ore e ore di bellissimi brani che avvalorano la nostra tesi.

Entusiasti della scoperta, abbiamo provato a condividerla con i nostri amici, ricevendo sempre le stesse reazioni.
Chi sapeva che stava ascoltando Morricone, diceva:
. bellissimo;
. mai mi sarei aspettato questo tipo di musica da lui;
. è li più grande compositore per il cinema degli ultimi x anni;
. non scherziamo, li rock ‘vero’ è un’altra cosa perché…

Quando abbiamo fatto sentire lo stesso materiale dicendo che era un artista inglese sconosciuto contemporaneo ai Soft Machine, le risposte sono sempre state:
. bellissimo;
. senti che pezzo, che arrangiamento, che suono avanti di 20 anni!
. come ‘diavolo’ è possibile che non l’abbia scoperta prima della roba cosi forte?
. spiegami chi è, che me lo sparo tutto.

Esistono due preconcetti estetici che impediscono di capirci.
Il primo è che le colonne sonore di Morricone siano in qualche modo indissolubilmente legate a delle immagini: quando si ascoltano, si pensa necessariamente a quei film che si conoscono e si è naturalmente portati a raffigurare atmosfere e situazioni cinematografiche anche quando non si sono visti.
Sembra che un LP di Morricone non possa avere una fruizione analoga a quella di uno dei Pink Floyd o di Santana. Si può sentire Ascenseur pour l’échafaud di Miles Davis come un album jazz ma tutto li lavoro di Morricone vive solo in riferimento alle riprese che ha accompagnato.
Ha venduto decine di milioni di dischi durante la sua carriera, perché non si pensa abbiano avuto un’attrattiva come tali e non solo come ricordo o rimando a qualcos’altro?

Il secondo preconcetto dipende dalla circostanza che Morricone è stato e continua a essere una stella di prima grandezza nel consumo di massa.
Proprio l’incredibile impatto che ha avuto nell’immaginario mondiale una piccola parte sua produzione musicale – i film con Leone, li tema di The Mission, una manciata di altre arie famosissime – è l’ostacolo maggiore da superare quando ci si relaziona con le molte altre direzioni in cui ha spinto la sua creatività, nelle quali però ha eccelso tanto quanto se non addirittura in misura maggiore rispetto a quelle più note.

Bisogna riconoscere che spesso nelle interviste Morricone ha confermato questa visione riduttiva. Non siamo riusciti a capire se perché vittima del taglio critico del suo ambiente e quindi anche lui incapace di riconoscere i vertici che aveva raggiunto – non sarebbe certo l’unico
grande artista a non aver capito la reale portata della propria opera – oppure, con una ‘sprezzatura’ tipicamente romanesca, perché voleva fossero altri a stabilire la giusta importanza del suo lavoro nella storia della musica del secolo scorso.


Perché Romeo Cinnerino
Morricone è vittima di una mitologia, per usare una categoria della semiotica: li mito del grande compositore di film immortali, uno degli ultimi viventi a poter esser definito Maestro – la ‘maestrità’ avrebbe detto Barthes – che dirige l’orchestra reinterpretando i suoi motivi più celebri in concerti sold out in tutto li mondo.
Occorrerebbe proprio un Roland Barthes per demistificare questa mitologia ma noi non ne abbiamo la capacità.
Quello che abbiamo provato a fare è creare una contro-mitologia che possa permettere di ascoltare con orecchi vergini i lavori misconosciuti di questo eccezionale autore rock, pop, jazz e folk, tanto per limitarmi ai generi che in qualche modo capisco.

L’idea è stata sviluppata per un fine critico, perché vuole favorire una rilettura che lo collochi finalmente in modo corretto nel posto che gli spetta di diritto nella musica moderna.

Per un fine divulgativo, perché mira a far conoscere un patrimonio di incredibile bellezza che non è minimamente compreso ed è sostanzialmente inaccessibile nelle forme e nei modi in cui è attualmente reperibile.

E per un fine parodistico, rispetto a tutta quella critica che non sa andare oltre la falsa tautologia che se qualcosa ha uno scopo allora il suo significato deve limitarsi ai motivi per cui è stato fatto.

Per queste ragioni crediamo che li nostro lavoro rientri pienamente nell’ambito del fair use. Avremo raggiunto l’obiettivo se, grazie a qualche artificio, qualcuno avrà la possibilità di apprezzare delle composizioni che altrimenti avrebbe ascoltato condizionato da una serie di pregiudizi, nel caso improbabile gli fosse mai capitato di farlo.

Confidiamo nella sensibilità di tutti quelli che, a qualsiasi diritto, potrebbero ostacolare la condivisione di questa epifania culturale con altre persone. Un’aspirazione ideale come la nostra non merita la condanna ad alcun girone dell’Inferno legale, anche perché, oltre a tutte le altre ragioni, se avrà una qualche forma di diffusione, contribuirà a valorizzare quella parte della produzione del grande autore ancora oggi fraintesa o totalmente misconosciuta.

Discografia
La mitologia alternativa si è concretizzata innanzitutto nella composizione di una discografia di 21 album, usciti dal 1963 al 1976, che formano un percorso musicale secondo noi belissimo e unico.
I pezzi sono stati scelti esclusivamente tra la produzione di colonne sonore del maestro, evitando quelle famose, i temi già noti e quelli usati da Tarantino nei suoi film, escluso un paio da Città Violenta, fondamentali per la musica di Cinnerino e adoperati solo qualche secondo dal regista americano.
In generale, si è escluso tutto ciò che potesse in qualche modo ricondurre all’identità morriconiana così com’è comunemente riconosciuta oggi.
La musica è in forma originale e non è stata modificata o manipolata in nessuna componente, salvo le quattro parti identiche di La fredda lama del coltello, di cui ho tagliato la quarta.

Risulta incisa nelle date indicate o in un periodo precedente, comunque mai successivo.

Romeo Cinnerino
1963 BALLATA BASILISCA EP folk
1964 MISTICO MA NON TROPPO LP pop
1965 1+1+1=4 LP pop rock
1966 QUELLO CHE CONTA SINGOLO canzone italiana
         UNA STANZA VUOTA SINGOLO canzone italiana
         PIOGGIA SUL TUO VISO SINGOLO pop rock italiano

Romeo And
1967 ROMEO AND LP COMPILATION +INEDITI pop rock
         TUDO E NADA LP bossanova/samba
         THE HAREM LP jazz
1968 THE GREAT SILENCE LP pop rock
1969 CARTAGENA LP pop rock
         ECCE HOMO LP jazz sperimentale
1970 COMPAÑEROS LP messicano/bossa nova
         CANNIBAL LP pop

No Dollar Romeo
1971 WITHOUT APPARENT MOTIVE
1972 ABSTRACT LP jazz rock
         A MAN TO RESPECT LP rock

Romeo
LP rock
1973 WHAT AM I DOING NI THE MIDDLE OF THE REVOLUTION? LP DOPPIO pop
1974 THE SMILE OF THE GREAT TEMPTER LP progressive rock – religioso
         EXODUS LP classica – religioso 
        QUASI ROCK LP rock
1975 MEMENTO LP sperimentale – religioso
1976 SOFT LP DOPPIO INEDITI ’64-’75 pop
        HARD &HARDER LP DOPPIO INEDITI ’64-’75 rock jazz sperimentale

Biografia
Un viaggio artistico ha bisogno necessariamente di un artista: per rendere più credibile la suggestione, abbiamo creato la storia di un musicista pop, Romeo Cinnerino, dall’anagramma del nome del maestro.

Questi i titoli delle sette parti in cui è articolato Romeo Cinnerino, la vera storia dell’italiano che ha inventato il rock.

1 1945 – 1966 ROMA, dalla dura gavetta al sogno oltre i confini.
2 1967 – 1968 LONDRA, dall’affermazione inglese all’avventura sudamericana.
3 1969 – 1970 CARTAGENA, dall’utopia terzomondista alla rottura con il sistema.
4 1971 – 1972 VILLEFRANCHE-SUR-MER, dal No dollar triptych all’incontro con l’amore. 
5 1973 – 1974 CAPO DI PONTE, dalla ricerca spirituale alla persecuzione politica.
6 1975 – 1976 BERLINO OVEST, dall’esilio alla scomparsa.
7 oggi               CASALE SUL SILE, la vera storia?

Le vicende attraversano gli anni ’60 e la prima metà dei ’70, seguendo una serie di legami e intrecci tra l’attività di Romeo e le evoluzioni della cultura di massa occidentale avvenute in quegli anni formidabili.
Gli avvenimenti narrati sono stati scelti obbedendo alla regola della verosimiglianza, rispetto alla vita dei tempi e a quella vissuta da Morricone, con il massimo rispetto per la sua figura e la sua opera. 
Nella nostra intenzione sono una forma di omaggio e un modo affettuoso di ringraziarlo per chi è stato e per cosa ci ha lasciato.

Ora che questo percorso ha preso forma, sentiamo li bisogno di socializzarlo con chiunque ami la musica, perché pensiamo che sarebbe ‘ingiusto’ se un’esperienza estetica così intensa rimanesse un’esclusiva nostra e dei nostri amici.

Associazione culturale
Romeo Cinnerino